Il ritmo di vita della popolazione è stata sempre scandita fra la pastorizia, il lavoro agricolo e la religiosità popolare… anche se oggi, le nuove generazioni lavorano in fabbrica, presso gli uffici statali o nel commercio. Nonostante la larga diffusione del “benessere” in tutte le famiglie sin dal dopo-guerra, la gente mantiene un rapporto privilegiato con la parrocchia San Giovanni Evangelista. Le feste religiose rimangono un momento di espressione della fede cristiana, di grande aggregazione della popolazione, di gran richiamo al rispetto della “tradizione”. SI parte già a gennaio con la festa di San Sebastiano Martire; dopo la Santa Messa e la processione c’è la distribuzione dei lupini. Poi febbraio e marzo sono caratterizzati dalla “benedizione delle famiglie”, momento di verifica, di confronto tra il parroco e i suoi fedeli. Il culmine è la lunga e solenne veglia pasquale. E quindi la ricca colazione familiare della mattina di Pasqua ove si consumano le uova benedette, la coratella ecc… e tutto ciò malgrado il richiamo a stare attenti al colesterolo! Nella prima domenica di maggio, c’è il culto in onore di San Michele Arcangelo presso l’omonima grotta. Questo luogo sacro, molto venerato nel Medio Evo, in epoca pre-cristiana fu probabilmente dedicato al culto della misteriosa dei Vacuna, divinità venerata dagli antichi Sabini. Nell’alto Medio Evo, il culto pagano venne sostituito da quello cristiano che si diffuse nell’Italia centro meridionale all’epoca della dominazione longobarda. Secondo la leggenda, l’antro era diventato rifugio di un orrendo serpente che da lì insidiava abitanti e viaggiatori. Il Signore, sollecitato dalle preghiere degli sventurati, una notte inviò dal cielo due angeli per scacciare il drago. All’evento assistette Papa Silvestro (pontefice dal 314 al 335 d.C.), che dal monte Soratte, ove si era recato per pregare, vide scendere i due angeli seguiti da tuoni e fulmini e vincere il malefico serpente. Impressionato dall’evento portentoso, il pontefice decise dedicare la grotta al culto di San Michele. “La vicenda evoca evidentemente la vittoria del cristianesimo sul paganesimo” Infatti, gli eventi sono collocati nel IV secolo d.C., secolo che vide il riconoscimento e l’affermazione del culto cristiano. La grotta di San Michele Arcangelo sul Monte Tancia è stata sempre meta dei pellegrini in provenienza da Rieti, Roma e da tutta la sabina. Questa festa in onore di San Michele funge da trampolino per rilanciare tutte le festività estive. Dalla caratteristica festa di fine maggio dedicata alla Madonna dell’Immaginetta con la suggestiva fiaccolata serale fino a Monte Cavallo, si ritorna nel capoluogo di Monte San Giovanni per le feste di Sant’Antonio e del Corpus Domini, per concludere l’estate con la festa di San Generoso Martire celebrata nella penultima domenica di agosto. A settembre, il Gruppo di San Vincenzo de Paolo organizza ogni anno la festa in onore del santo della “carità” anche per raccogliere i fondi che servono per aiutare i poveri e i diseredati in Medio Oriente, in Africa, in America Latina, in Italia… Il 2 novembre di ogni anni c’è ricorrenza di tutti i fedeli defunti: si inizia la giornata con la celebrazione eucaristica delle ore 6:00 che vede la partecipazione di tutta la popolazione, e che concludiamo con la benedizione dei loculi presso i due cimiteri cittadini. Nella solennità di Cristo Re dell’Universo, la Banda Musicale organizza sempre la festa in onore della protettrice, Santa Cecilia. E quindi, dopo il Santo Natale, c’è la grande festa invernale in onore del santo patrono: Giovanni Evangelista ed Apostolo (27 dicembre) In tutto facciamo 8 processioni all’anno a Monte San Giovanni, anche per mantenere il rapporto sereno e armonioso tra uomo e natura, perché la cornice del nostro paese lo consente a livello strettamente ecologico.
